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IT Glossary LIS - Sign Language

 


Glossario storico di Informatica didattica
Essential terms for using the computer at school
Presentazione di Mauro Laeng (Roma 1926 - Teramo 2004) In memoria

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G. Corsi
, Glossario storico di Informatica didattica - Termini essenziali per utilizzare il computer a scuola
Prima edizione in rete ‖ CEDE, Frascati, giugno 1996 su www.cede.it / www.invalsi.it
Edizione per scuola di base ‖ CEDE, Frascati, settembre 1996 su www.cede.it /
Edizione per Universita' Roma Tre ‖ Roma, ottobre 2000 su www.lps.it
Edizione speciale su CD-ROM ‖ Frascati, ottobre 2005 ‖ Invalsi - Istituto Nazionale di Valutazione
Prima edizione formato digitale e-book ‖ aprile 2015


Presentazione
di Mauro Laeng (Roma 1926 - Teramo 2004)      
Professore emerito di Pedagogia all'Universita' Roma Tre, Direttore del Museo storico della didattica
Edizione elettronica del Glossario di Informatica, pubblicato sul sito www.cede.it  nel 1996 poi www.invalsi.it  (Istituto Nazionale di Valutazione)

 

 

   Presentazione

L'esistenza di un lessico peculiare, o di un glossario, che si circoscrive con proprie caratteristiche all'interno del vasto patrimonio della lingua, e' un segno positivo dell'esistenza di una disciplina o di una scienza che ha raggiunto la sua maturita'. Le parole sono il veicolo di idee, e le idee sono strumenti per capire e dominare la realta'.

Questo e' quel che sta accadendo nel campo del calcolo automatico, reso possibile dall'invenzione dei calcolatori durante la seconda guerra mondiale, ma sviluppato oggi cento volte tanto. Si puo' dire tuttavia che l'impiego esplicitamente dedicato al calcolo aritmetico sia oggi una parte minima dell'utilizzazione dei calcolatori, che fanno ogni genere di cose, dallo scrivere al disegnare, al progettare, allo scrivere musica; e che catalogano, archiviano, classificano dati di ogni tipo; il tutto apparentemente senza calcolare.

In verita', sotto le apparenze sta la sostanza; il calcolo, c'e', eccome. Il tessuto matematico della realta' si rivela sotto nuova luce proprio vedendo come le cose di cui ora dicevamo richiedono tutte, quale piu' quale meno, una formidabile potenza di calcolo. Paradossalmente l'impiego piu' qualitativo e creativo, quello della "eidomatica" ossia dell'elaborazione elettronica delle immagini, proprio quello che ne richiede di piu'; ogni pixel o punto-colore dell'immagine e' definito da una funzione algebrica o analitica. Le prodigiose realizzazioni della progettazione architettonica con effetti tridimensionali in colore, rotazioni, ecc. richiedono masse di memoria ingentissime e velocita' di elaborazione pazzesche. Per trasmettere una sequenza filmata per via digitale occorrono trasmissioni a due milioni di baud, che ancora le linee ordinarie "commutate" non ci consentono; ma possiamo inviare immagini fisse o a lenta cadenza, in attesa che la tecnologia grossolana degli impianti si adegui ai progressi della scienza.

Intanto l'informatica si e' impadronita della nostra vita. Centrali elettriche, dighe, linee aeree e ferroviarie, tutto il sistema di telecomunicazioni dai telefoni alle radio TV ai satelliti e' dominato dai computer; non meno dei giornali e oggi anche dai libri. Ma in ogni settore della vita moderna nel quale occorra maneggiare rapidamente grandi quantita' di dati il computer sta diventando indispensabile; dalle previsioni meteorologiche alla gestione di imponenti flussi commerciali, dai sistemi finanziari a quelli fiscali; se andiamo in banca, o a comprare un biglietto ferroviario o aereo, dobbiamo augurarci che il computer del nostro sportello non sia disattivato. Tutto e' diventato piu' veloce, ma anche pu' precario e fragile.

Molti rammentano ancora la vecchia informatica delle schede perforate come una nipotina della meccanografica, dedita a lavori di lista o di tabulazione, oppure confondono l'informatica con alcune sue applicazioni, come la scrittura elettronica o la fotocomposizione. Non sono opinioni radicalmente sbagliate, ma sorpassate oggi dalle molteplici applicazioni di nuovo tipo. Se il linguaggio informatico dell'altro ieri era ancora simile a quello dell'ingegneria elettronica, quello di ieri era gia' una cosa nuova: i linguaggi di programmazione; ma oggi andiamo verso strumenti flessibili che non ci chiedono neppure questo, ma la capacita' di impostare problemi che la macchina provvede da sola a risolvere, purche' siamo in grado di dialogare con essa in maniera appropriata.

Ecco l'opportunita' di mettere a disposizione del pubblico non esperto (come in larga misura e' quello dei comuni insegnanti delle scuole) un altro dizionario di informatica; perche' il progresso e' tanto rapido che i piccoli prontuari di termini usciti solo qualche anno fa sono gia' superati; anche questo naturalmente presto la sara'. Ma l'Autore - Giovanni Corsi - che da anni tiene corsi di formazione ed e' responsabile del Laboratorio di Informatica dell'Universita' Roma Tre, ha gia' al suo attivo pubblicazioni in materia ed ha fatto del suo meglio per tenersi aggiornato e per aggiornare i suoi lettori.

Il linguaggio dell'informatica e' un linguaggio tecnologico, vale dire imposto dal rapido ritmo col quale appaiono nuovi dispositivi, nuove macchine, nuovi sistemi e reti; ed essi offrono la possibilita' di molteplici operazioni che devono essere definite con chiarezza. Come tale, un linguaggio in larga misura internazionale, puramente contingente che esso sia derivato in parte dall'inglese: un inglese letterario ma strettamente funzionale. Di piu', esso fa larghissimo uso di acronimi, vale a dire di parole nuove costituite dalle lettere iniziali di locuzioni in origine costituite da molte parole del linguaggio ordinario. Gli informatici si sbizzarriscono a inventare sempre nuovi acronimi, tanto meglio se tali da suggerire nella nuova lettura di che si tratta.

In conclusione, una lingua in rapida crescita, che ci fa assistere in tempi ravvicinati a quello che in passato era un processo che richiedeva decenni o addirittura secoli. E' una lingua che non perdona; i vocaboli desueti scompaiono per lasciare il posto ai nuovi. Chi ricorda piu' le "connessioni a pannello" della vecchia meccanografica? Del resto la tecnologia dei grammofoni o quella del cinematografo ci ha gia' fatto assistere al rapido avvicendarsi di "stagioni" che in realta' sono ere. Oggi gia' siamo ai computer della quanta generazione.

Dobbiamo essere grati al Dott. Giovanni Corsi di averci dato uno strumento chiaro e maneggevole; gli auguriamo che incontri il favore del pubblico e che possa crescere attraverso successive edizioni come il linguaggio di cui e' lo specchio.

 

"Non e' ammissibile che studiosi e scienziati, anziche' elaborare e confrontare nuove teorie, perdano le proprie ore come schiavi nelle fatiche del calcolo, che potrebbe essere affidato a chiunque, se si potessero usare le macchine" (G. W. Leibnitz, 1646-1716)"


 Presentation

Presentation by Mauro Laeng (Rome 1926 - Teramo 2004)   In memory
Emeritus Professor of Pedagogy at Roma Tre University, Director of the Historical Museum of Teaching

The existence of a peculiar lexicon, or glossary, which circumscribes its own characteristics within the vast patrimony of the language, is a positive sign of the existence of a discipline or a science that has reached its maturity. Words are the vehicle of ideas, and ideas are tools to understand and dominate reality.

This is what is happening in the field of automatic calculation, made possible by the invention of calculators during the Second World War, but developed today a hundred times as much. However, it can be said that the use explicitly dedicated to arithmetic calculation is today a minimal part of the use of calculators, which do all kinds of things, from writing to drawing, to designing, to writing music; and that catalog, archive, classify data of all kinds; all apparently without calculating.

In truth, under the appearances lies the substance; the calculation, there is, all right. The mathematical fabric of reality is revealed in a new light precisely by seeing how the things we were saying now all require, such as more, which less, a formidable computing power. Paradoxically, the most qualitative and creative use, that of "eidomatics", that is, the electronic processing of images, precisely what requires more; each pixel or point-color of the image is defined by an algebraic or analytical function. The prodigious achievements of architectural design with three-dimensional color effects, rotations, etc. they require huge masses of memory and crazy processing speeds. In order to transmit a digitally filmed sequence, transmissions at two million bauds are required, which ordinary "switched" lines still do not allow; but we can send still or slow-pending images, waiting for the coarse technology of the plants to adapt to the progress of science.

Meanwhile, IT has taken over our life. Power plants, dams, overhead and railway lines, the whole telecommunications system from telephones to radio TVs to satellites is dominated by computers; no less than newspapers and today also from books. But in every sector of modern life where large quantities of data need to be handled quickly, the computer is becoming indispensable; from meteorological forecasts to the management of massive commercial flows, from financial to tax systems; if we go to the bank, or buy a train or plane ticket, we must hope that the computer at our counter is not disabled. Everything has become faster, but it can also be precarious and fragile.

Many still remember the old computer science of punched cards as a granddaughter of the mechanographic, dedicated to list or tabulation works, or confuse computer science with some of its applications, such as electronic writing or photocomposition. They are not radically wrong opinions, but surpassed today by the many new applications. If the computer language of the day before yesterday was still similar to that of electronic engineering, yesterday's was already a new thing: programming languages; but today we are going to flexible tools that don't even ask us this, but the ability to set problems that the machine alone solves, as long as we are able to dialogue with it appropriately.

Here is the opportunity to make another computer dictionary available to the non-expert public (as is largely the case for ordinary school teachers); because progress is so rapid that the small handbooks of terms that came out only a few years ago are already outdated; of course this too will soon be. But the Author - Giovanni Corsi - who has been training for years and is responsible for the Computer Laboratory of the Roma Tre University, already has publications on the subject and has done his best to keep up to date and to update its readers.

The language of computer science is a technological language, that is to say imposed by the rapid rhythm with which new devices, new machines, new systems and networks appear; and they offer the possibility of multiple operations which must be clearly defined. As such, a largely international language, purely contingent that it is derived in part from English: a literary but strictly functional English. Moreover, it makes very wide use of acronyms, that is to say of new words made up of the initial letters of phrases originally made up of many words of ordinary language. Computer scientists indulge in always inventing new acronyms, all the better if such as to suggest in the new reading of what it is.

In conclusion, a rapidly growing language, which makes us assist in close times to what in the past was a process that required decades or even centuries. It is an unforgiving language; obsolete words disappear to make way for new ones. Who remembers more the "panel connections" of the old mechanographic? After all, the technology of gramophones or that of the cinema has already made us witness the rapid succession of "seasons" which in reality are eras. Today we are already at the computers of the fifty generation.

We must be grateful to Dr. Giovanni Corsi for giving us a clear and handy tool; we wish him to meet the public's favor and to grow through successive editions such as the language of which he is the mirror.


 

"It is not admissible that scholars and scientists, instead of elaborating and comparing new theories, lose their hours as slaves in the labors of calculus, which could be entrusted to anyone if machines could be used" (GW Leibnitz, 1646-1716 )

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Updated version, 22.12.2020 20.48